Un momento di confronto importante alla luce di quanto è previsto dal Piano di Sanità territoriale della Regione Campania, finanziato con un investimento complessivo di 380 milioni di euro. Tali fondi serviranno alla realizzazione, entro il 2025, di 169 Case di Comunità, 45 Ospedali di Comunità e 58 Centrali Operative Territoriali. Non a caso l’incontro di oggi ha registrato un forte interesse e una grande partecipazione. Di notevole interesse gli interventi dei tanti relatori intervenuti anche da remoto.

La pandemia da coronavirus che da due anni a questa parte sta flagellando il mondo ha dimostrato l’importanza nevralgica della sanità territoriale e il ruolo nevralgico cui è chiamato in queste realtà l’infermiere. Ha evidenziato, inoltre, la fragilità e la debolezza del sistema sanitario nazionale italiano proprio su questo fronte, soprattutto al Sud e in Campania in maniera particolare. Ecco perché come Opi Napoli abbiamo voluto fortemente questa giornata di studio e di approfondimento per trovarci preparati quando, con i fondi in arrivo del Pnrr, saranno finalmente una realtà Case e Ospedali di comunità, Centrali operative territoriali e l’ infermiere di famiglia”. Cosi Teresa Rea, presidente Opi Napoli, nel suo indirizzo di saluto al convegno/dibattito tenuto questa mattina nella sede dell’Ordine.

Un confronto arricchito anche dalle esperienze in altre regioni d’Italia. “Su questo tema noi siamo pronti da tempo. Sappiamo la grande importanza dell’assistenza sanitaria territoriale, soprattutto perché conosciamo le esigenze e i problemi dei cittadini”, ha detto in apertura il vicepresidente Nello Lanzuise. “Cionondimeno, - ha aggiunto - vogliamo costruire un percorso di studio per evidenziare difficoltà, problemi e limiti dell’attuale fase e farci trovare preparati sull’argomento e con le idee chiare su ogni aspetto dell’assistenza territoriale”. 

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Relatori e organizzatori evento